Sono trascorsi dieci anni dalla morte di Marco Simoncelli, uno dei momenti più tristi della MotoGP. Un addio che i tifosi ricordano ancora oggi con profondo dolore. A lasciare senza parole sono le strazianti dichiarazioni del padre del motociclista.
Solo pochi giorni fa si sono tenute le celebrazioni per il ricordo di Marco Simoncelli, venuto a mancare il 23 ottobre del 2011 a soli 24 anni, durante l’incidente che si è verificato nel Circuito di Sepang in Malesia.
Un momento difficile da vivere anche per il padre Paolo che ha assistito alla scena direttamente dai box, qui dove doveva fare ritorno Sic a fine gara… anche se così non è stato.
Un dolore immenso per Paolo Simoncelli che ha dovuto dire addio al figlio Marco, uniti da un bellissimo legame che gli ha permesso di girare il mondo e conquistare insieme degli importantissimi traguardi.
Non a caso, in occasione di una recente intervista il cui video è stato pubblicato anche su Tik Tok, Paolo Simoncelli ricordando SuperSic ha dichiarato: “A volte sono arrabbiato con Dio perché mi chiedo che c**** guarda. Dovrebbe stare un po’ più attento secondo me. Mia moglie dice sempre che se avesse fatto il muratore quel giorno sarebbe caduto dall’impalcature”. Inoltre: “È una cosa che non è giusta, è un’ingiustizia. Questa era la sua vita, lui era felice e questo a noi è più che sufficiente. Nei ragazzi giovani ha lasciato quella voglia che aveva lui, di inseguire un obiettivo, un sogno. Era un ragazzo normale, era un ragazzo che diceva quello che pensava. Non sono una persona straordinaria, sono solo un padre disperato”.
Nonostante il grande dolore, Paolo Simoncelli supportato dalla moglie Rossella e dalla ex compagna del motociclista Kate, hanno deciso di dar vita alla Fondazione che ha permesso la nascita di Casa Simoncelli, cinque anni dopo l’addio al motociclista. Una casa, questa, che accoglie un piccolo museo che racconta la vita di Marco e anche la carriera del motociclista.
@frescilla4♬ suono originale – Frescilla José
Paolo Simoncelli, successivamente, ha poi concluso così il suo racconto e ricordo del figlio: “È il risultato di 5 anni di lavoro, è un centro dedicato ai ragazzi disabili. Io e Rossella diciamo che siamo stati fortunati, perché a vedere questi genitori con dei figli disabili, magari fin dalla nascita, che se li curano, coccolano… credo che loro siano degli eroi della vita e loro sono persone straordinari, non noi”.
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