Juventus, Codacons: “Presenteremo un esposto all’Antitrust”

La Juventus è nei guai dopo he la Procura di Torino ha ufficialmente aperto un’inchiesta per falso in bilancio

La Juventus è nell’occhio del ciclone dopo che la Procura di Torino ha ufficialmente aperto un’inchiesta che coinvolge l’intero vertice bianconero indagato per falso in bilancio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Come scrive il Codacons in una nota so tratta di un vaso di Pandora dopo che negli anni molte operazioni non avevano convinto tutti.

Sotto accusa ci sarebbero le plusvalenze e i compensi ai procuratori iscritti nei bilanci di tre stagioni sportive, da quella conclusa il 30 giugno 2019 all’ultima, terminata il 30 giugno 2021. “In totale ci sono plusvalenze per 282 milioni di euro in tre anni connotate da valori fraudolentemente maggiorati’, secondo la Procura; sulla questione era già aperta un’indagine della Consob, la Commissione che vigila sulle società quotate, cominciata il 12 luglio scorso“.

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Codacons: “La Juve non potrà andare esente da punizione”

Il presidente de coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, Marco Donzelli, afferma: “L’impianto accusatorio è molto grave e getta una luce sinistra sugli ultimi campionati di calcio anche perché, come sappiamo, vi è stato un vero e proprio predominio bianconero negli ultimi anni“. Se i bianconeri dovessero essersi illegittimamente avvantaggiati in questi anni sui club rivali con operazioni illecite allora verrebbe meno la regolarità degli ultimi campionati di calcio.

Se così fosse la Federazione e l’Authority per la concorrenza del mercato dovranno intervenire e sanzionare i responsabili. “Al di là delle responsabilità individuali, il club non potrà andare esente da punizione. Per questo e a tutela di migliaia di tifosi presenteremo un esposto all’Antitrust ed alla Procura Federale chiedendo la retrocessione del club bianconero in Serie B e la revoca degli ultimi scudetti vinti con l’ombra di queste operazioni potenzialmente illecite“.

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