Foto della discordia, il granata Segre e la maglia di Dybala: “Ho sbagliato”

La foto di Jacopo Segre con la maglia di Dybala doveva rimanere privata e invece è finita su tutti i social: “Chiedo scusa, era solo un regalo per un parente argentino”.

Jacopo Segre (Instagram Stories)

Un giocatore del Toro sorridente e soddisfatto immortalato con la maglia di un bianconero al termine di un derby perso, nel peggior momento dei granata. Apriti cielo. Il classe 1997 Jacopo Segre è stato protagonista di una foto con la maglia di Dybala per realizzare un pensiero per un parente argentino. La foto è apparsa invece sui social e il granata – tramite una storia su Instagram – si è voluto scusare rispondendo indirettamente ad insulti, minacce e desideri che il calciatore venga ceduto a gennaio da parte di tifosi arrabbiati. “Sono granata dentro e lo sarò sempre”, ha scritto l’ex Milan.

Segre scrive sulle Instagram Stories

Il Toro è senza pace. Gioca bene, ma perde un derby saldamente nelle proprie mani per almeno 75 minuti. Difende in modo convincente per trequarti delle partite, ma si ritrova nel pallottoliere 24 reti subite in 10 match con una media spaventosa di gol incassati a partita. E come se non bastasse, prende gol dopo l’80’ per la settima volta di fila dalla Juventus. Le urla di gioia di Pirlo, Cuadrado e Bonucci, decisivi sul gong in stagioni diverse, fanno già parte di un mosaico fotografico che fa male, malissimo.

Leggi anche > Juventus-Torino 2-1 | cronaca partita | tabellini | pagelle

Bufera social nel momento peggiore

La foto privata di Segre è diventata pubblica, se possibile, nel momento peggiore, quello più delicato della stagione del Torino, terzultimo e bastonato oltre i suoi demeriti. Persino Giampaolo, ieri, ai microfoni di SkySport, non ha potuto nascondersi: “Perdiamo per i dettagli e per le virgole. Facciamo tutto bene e poi roviniamo tutto, perché in questo momento se tirano quattro volte in porta, ci fanno due gol. Noi dobbiamo pensare che la fase difensiva si fa anche palleggiando, facendo correre gli avversari e non solo rincorrendo. La responsabilità, comunque, è nostra e mia”.