Alejandro Sabella ha guidato la Nazionale argentina ai Mondiali di Sud Africa 2014 dopo tre anni di preparazione. È morto all’età di 66 anni dopo essere stato ricoverato alcuni giorni fa. Respirava grazie all’apparecchio artificiale.
Pochi giorni dopo il lutto più grande di tutti, quello legato alla scomparsa di Diego Armando Maradona, l’Argentina del calcio torna a piangere. E lo fa per uno degli allenatori più amati degli ultimi anni, ovvero Alejandro Sabella. L’esperto tecnico si è spento in queste ore all’età di 66 anni. Gli ultimi giorni di vita dell’allenatore sono stati a dir poco duri, e nonostante un piccolo lampo di ottimismo delle ultime ore è arrivata la notizia che nessuno avrebbe voluto scoprire. Sabella era infatti stato ricoverato alcuni giorni fa, presso un ospedale di Buenos Aires.
Le sue condizioni sono state critiche per quasi tutto il periodo di ricovero sul suo letto di ospedale. Qui era stato subito intubato e riusciva a respirare solo grazie a un apparecchio artificiale. Tuttavia, all’inizio della giornata odierna erano trapelate alcune notizie che sembravano portare quasi all’ottimismo. C’era anche chi diceva che Alejandro Sabella potesse essere dimesso nel giro di poche ore. Ma questo ottimismo è stato ben presto ridimensionato dagli ultimi aggiornamenti forniti dall’equipe medica. Finchè non è arrivata la notizia della morte cerebrale di Sabella.
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In qualità di allenatore, Alejandro Sabella ha avuto una carriera di tutto rispetto. In un primo momento era considerato il degno allievo di Daniel Passarella, che lo aveva messo sotto la sua ala protettiva fin dalle sue prime esperienze da allenatore. Prima di indossare la tuta, Sabella era stato un buon calciatore, in alcune stagioni proprio al fianco dell’ex giocatore di Inter e Fiorentina. Aveva indossato anche la maglia della Nazionale in otto occasioni. Poi è stata la volta di allenare, debuttando come vice proprio sulla panchina della Albiceleste.
Dopo essere stato l’assistente del commissario tecnico dal 1994 al 1998, Alejandro Sabella ha seguito Passarella nelle esperienze con l’Uruguay, a Parma e alla guida di Monterrey, Corinthians e River Plate. Dopodichè per lui è arrivato il momento delle prime esperienze da capo allenatore: la prima fu all’Estudiantes che lo ingaggiò nel 2009. Sabella restò su quella panchina per due anni, salvo poi passare sulla panchina della Nazionale. Un’esperienza di tre anni, interrotta solo nella finalissima dei Mondiali 2014 persa ai tempi supplementari contro la Germania.