Gasperini è visibilmente soddisfatto della vittoria della sua Atalanta e celebra la squadra. L’ipotesi dimissioni sembra accantonata per il momento, la squadra fa quadrato attorno al suo tecnico.
Prima dell’inizio della partita Ajax Atalanta era intervenuto ai microfoni di Sky Sport il direttore generale della Dea Umberto Marino. Dopo le numerose indiscrezioni riguardo alla lite fra Gasperini e Papu Gomez, Marino ha voluto spegnere l’incendio dei pettegolezzi. Il direttore generale ha voluto ricordare l’importanza della partita e dell’essere squadra: “Per noi passare il turno è importantissimo, è in ballo la nostra storia. Abbiamo a disposizione un traguardo unico e ci teniamo tanto. Le polemiche? Oggi come ieri c’è un solo obiettivo: l’Atalanta. Non ci sono individualismi. Siamo in uno stadio bellissimo che sa di storia, ci giochiamo qualcosa di unico e tutta la concentrazione è sulla gara di stasera. La proprietà è intervenuta da proprietà innamorata, che sa quanto vale questa squadra per la città“.
Al termine della partita, Gasperini fa eco a Marino e cerca di allontanare le polemiche. Il tecnico racconta: “Al di là di quel che si scrive e si dice, io guardo poi la situazione del campo. Io mi sento libero di fare le mie scelte, con i giocatori. È un principio da cui non si può prescindere. Il valore del Papu è nella risposta di questa sera. Noi cerchiamo di dare più soddisfazioni possibili“.
Gasperini ammette anche il momento di crisi che sta attraversando la squadra, soprattutto in Serie A, dove non vince una partita dal 31 ottobre. L’allenatore spiega che sta cercando di sbloccare la squadra: “Io devo fare le scelte più utili possibili alla squadra. Questa è una squadra che stava subendo un po’ troppi gol e non li segnava, dopo i 100 dell’anno scorso. Un allenatore deve prendere soluzioni, anche momentanee”.
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Il tecnico della Dea celebra il momento della squadra, che vince a reti inviolate nell’ultima gara della fase a gironi di Champions League. Gasperini ripercorre la storia della squadra: “C’è stata un’evoluzione dopo i primi due anni, dove forse prendevamo meno gol. Abbiamo poi trovato una soluzione con il Papu tuttocampista. Lì abbiamo avuto prolificità straordinaria, magari prendendo qualche gol di troppo. In questo periodo abbiamo avuto qualche difficoltà, infortuni, tante partite da giocare, il Covid, le nazionali. Non riuscivamo ad avere la stessa facilità a realizzare. I risultati non sono stati positivi e un allenatore cerca gli adattamenti”.
Dopo l’anno scorso, Gasperini racconta la gioia dell’Atalanta che si classifica di nuovo agli ottavi di Champions League: “È straordinario, anche superiore all’anno scorso, quando avevamo superato il turno. Quest’anno avevamo Liverpool e Ajax, abbiamo vinto tutte le partite in trasferta, facendo 11 punti. Dopo le prime tre gare in cui abbiamo fatto 0 punti, l’anno scorso, abbiamo preso le misure. Abbiamo vinto su tanti campi, la propensione di vincere in trasferta l’ha dimostrata anche in campo europeo“.
Gasperini poi torna sul suo rapporto con la società, e conferma che la situazione e sotto controllo: “Il giorno che cerco di andare via da Bergamo sarà un giorno prima, non un giorno dopo, e comunque conciliando con la società. Non ci saranno mai cose traumatiche. Con la società ci parlo tutti i giorni, questa vittoria in Champions permette di programmare da qui a marzo una stagione con i tempi, visto che ci sarà il mercato. Non ho richieste particolari, ma dobbiamo fissare dei punti, delle strategie. Quella di questa sera era una tappa fondamentale. Siamo nella situazione migliore“.
Qualche nuvola all’orizzonte però c’è, perchè Gasperini non se la sente di confermare che sarà sempre lui sulla panchina dell’Atalanta a marzo dell’anno prossimo: “Non leggo il futuro, ma i tifosi dell’Atalanta stanno festeggiando. La cosa che ci dispiace è che non ci siano. È una crudeltà pazzesca non avere il pubblico. C’è gente che lo aspettava da chissà quanti anni in questi stadi e questi livelli. È brutto per tutti. Noi non abbiamo il peso della gente, di come la pensa, non si vede più nessuno in città, allo stadio, non incontriamo nessuno. Solo chi parla e chi scrive, giustamente in tanti e ognuno dice la sua. Anche per noi è difficile avere il supporto“.