Sarà il Bayern Monaco l’avversario della Lazio agli ottavi di finale di Champions League. I bavaresi guidati da Hansi Flick hanno vinto l’edizione scorsa al termine di una cavalcata pazzesca. Lewandowski sfida Immobile dopo il duello per l’ultima Scarpa d’Oro.
L’avversario sulla carta più duro è anche quello che fornisce le maggiori motivazioni. Potrebbe funzionare così anche per la Lazio, che dopo aver superato il primo scoglio in Champions League si troverà di fronte forse la squadra più forte tra le sedici rimaste. Il Bayern Monaco incute timore non solo perchè, in una notte di quasi quattro mesi fa, ha alzato al cielo l’ultima coppa dalle grandi orecchie. Ma anche e soprattutto perchè rappresenta uno degli esempi più fulgidi di squadra che gioca un grande calcio, con ottimi interpreti e con un progetto sempre al top.
La formazione allenata da Hansi Flick è stata l’autentica dominatrice nel calcio europeo in questo 2020. Se non altro perchè ha vinto praticamente tutte le partite disputate in ambito continentale dall’inizio dell’anno che sta per concludersi. Guardando solamente al percorso effettuato nella stagione in corso, Lewandowski e compagni hanno vinto cinque gare su sei nel girone. L’unico mancato successo è quello del Wanda Metropolitana contro l’Atletico Madrid, ma che non ha fatto perdere l’imbattibilità al Bayern. Dunque la Lazio, qualora servisse, è avvisata.
#UCL
⭐️ Agli ottavi di finale di @ChampionsLeague, affronteremo il @FCBayern! #CMonEagles ? pic.twitter.com/fyLhvIN0Bz— S.S.Lazio (@OfficialSSLazio) December 14, 2020
?? Lazio ? Bayern ??#UCLdraw | #UCL pic.twitter.com/HQCx4ZVjGt
— UEFA Champions League (@ChampionsLeague) December 14, 2020
Lewandowski, lo spauracchio della Lazio
Naturalmente i riflettori di tutti saranno puntati su un duello a distanza, che è valso la corsa alla Scarpa d’Oro della scorsa stagione. Da una parte Ciro Immobile, trascinatore della Lazio anche dopo un lockdown che ha spento i sogni tricolori. Dall’altra parte Robert Lewandowski, l’uomo che probabilmente avrebbe meritato il Pallone d’Oro, se solo fosse stato assegnato in questo traumatico 2020. Il centravanti polacco rappresenta più di una minaccia per la compagine guidata da Simone Inzaghi. Anche perchè alle sue doti realizzative si unisce anche un ottimo lavoro per la squadra.
Lewa-gol è stato una vera e propria macchina in questa prima parte di stagione, a confermare quanto di buono – anzi, di ottimo – si è visto fin dal suo approdo in Baviera. Sedici partite disputate in tutte le competizioni e altrettanti gol messi a segno, tredici dei quali in Bundesliga. Tra le altre cose, Lewandowski ha saltato due gare di Champions League, rendendo ancor più incredibile la sua media realizzativa, fatta di un gol ogni 86 minuti giocati. Ma c’è un precedente ben augurante: nell’ultimo Italia-Polonia di Nations League, a marcare e a braccare il bomber del Bayern è stato proprio Acerbi. Quindi potremmo dire che ne ha già preso le misure.
Una macchina perfetta
Ma non c’è solo Lewandowski a far tremare i polsi alla Lazio e ai suoi tifosi. Una squadra praticamente perfetta sotto ogni punto di vista e che com’è spesso accaduto è partita al piccolo trotto in campionato. Attualmente il Bayern Monaco è secondo, con un solo punto di ritardo dal Bayer Leverkusen, ma sappiamo tutti che non appena i bavaresi cambieranno marcia, non ce ne sarà per nessuno. In ogni caso, elementi come i veterani Manuel Neuer, Thomas Muller, Leon Goretzka, David Alaba e Joshua Kimmich rappresentano uno spauracchio per chiunque si trovi sul loro cammino.
Leggi anche -> Bayern Monaco – Lokomotiv Mosca 2-0 | Cronaca | Tabellino
Leggi anche -> Sorteggi ottavi Champions League| Le avversarie di Juve, Atalanta e Lazio
A questi si aggiungono i giocatori che sono arrivati in Baviera durante l’estate. In particolare una vecchia conoscenza del calcio italiano come Douglas Costa, che dopo le ultime complicate stagioni alla Juventus – più per problemi fisici che per altre complicazioni – sta cercando di rilanciarsi al suo ritorno a Monaco. Ma il mercato ha regalato un colpo da novanta come Leroy Sane, già corteggiato da Rummenigge un anno fa e arrivato dal Manchester City dopo una stagione da separato in casa con Guardiola.
Insomma, un pericolo enorme per la Lazio, ma anche una immensa fonte di motivazioni a far bene.