Ambrosini gioca Manchester Utd-Milan: “Diavolo non inferiore, nel 2007…”

In Europa League è già tempo di big match: il Manchester United affronterà il Milan agli ottavi di finale. Una sfida che ha il sapore dei ricordi, dato il precedente nella semifinale di Champions League del 2007. Massimo Ambrosini ha ancora vividi quei ricordi.

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Massimo Ambrosini, ex centrocampista del Milan (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Manchester United Milan sono pronte a scrivere nuovamente la storia. Le due squadre si sfidano per la prima volta in Europa League. Il loro blasone, negli anni precedenti, ha fatto sì che si incontrassero soltanto in Champions League. L’ultima nel 2007, quando i rossoneri conquistarono nella gara di ritorno delle semifinali la qualificazione all’ultimo atto grazie ad una rimonta. Seppure questa volta si tratti di una competizione europea minore l’attesa è ugualmente grande. In tanti, infatti, hanno accolto con entusiasmo il sorteggio. Il doppio confronto si preannuncia infatti accesissimo. A guardare al risultato con grande interesse ci sono anche tanti ex.

Massimo Ambrosini si racconta

Un’emozione unica per Massimo Ambrosini sarà rivedere le due compagini sfidarsi. L’ex centrocampista era in campo proprio nell’ultima occasione, nel 2017. Lo ha raccontato in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: “San Siro era stracolmo. Un’atmosfera incredibile, pazzesca. Mi guardavo intorno e si percepiva chiaramente come ci fosse un’adrenalina di livello assoluto. Un’alchimia speciale anche perché continuo a pensare che il 3-2 preso all’ultimo secondo nella partita di andata fu la miccia per fare esplodere ciò che è successo al ritorno. Senza quel gol probabilmente non saremmo arrivati così carichi. Nel riscaldamento, se uno vuole, ha l’opportunità di soffermarsi sulle facce della gente che riesci a scorgere dal campo e vi assicuro che eravamo davvero tutti carichi. In campo e fuori“.

Il Milan riuscì a staccare il pass per la finale di Champions League grazie ad un netto 3-0 casalingo: “Perché ci eravamo presentati nelle migliori condizioni possibili dal punto di vista fisico, mentale e in termini di unione. Avevamo una carica speciale, la consapevolezza della nostra forza e questo è un elemento fondamentale per una squadra che vuole vincere. In una semifinale di Champions tutti vogliono fare la partita perfetta, ma solo chi scende in campo in quella condizione speciale ci può riuscire. Abbiamo vinto ogni duello, come squadra non c’è stata partita e quando a livello tecnico indovini un paio di scelte che indirizzano la partita, la partita va in discesa. E poi, il pubblico. Ragazzi, giocare a San Siro in quelle condizioni non è facile. Per gli altri“.

A guidare i rossoneri verso il successo fu Kakà: “Era in condizioni tecniche, fisiche e mentali al top. Aveva la percezione della sua forza, una condizione tecnica straripante e una squadra che lo sorreggeva. Unisci tutto ciò e viene fuori il Pallone d’oro. Ma sono stati tanti gli elementi che hanno contribuito a rendere unica quella sfida. L’importanza della posta in palio, la pioggia che l’ha resa ancora più epica, le parole di Ancelotti che aveva parlato di partita perfetta già in vigilia“. Nonché proprio il capitano: “A centrocampo eravamo giocatori che si completavano bene a vicenda, sebbene tutti e tre diversi uno dall’altro. Così come erano diversi Seedorf e Kakà sulla trequarti. All’andata giocai una partita tosta, al ritorno fu impreziosita dall’assist a Gilardino per il tre a zero“.

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La sfida in Europa League

Adesso il Milan si trova nuovamente di fronte al Manchester United, probabilmente l’avversaria più ostica di questa stagione di Europa League. I Red Devils ai sedicesimi hanno eliminato senza difficoltà la Real Sociedad, mentre i rossoneri hanno trionfato contro la Stella Rossa. “Gli inglesi sono una squadra che è disposta a fare una partita di sacrificio, non vogliono dominare per forza. Il Milan deve essere in grado di non concedere campo ai loro giocatori di qualità, quelli con più gamba. Deve riuscire a mantenere il controllo della situazione consapevole di non essere inferiore dal punto di vista tecnico, del palleggio e della qualità. Serve il massimo rispetto ma anche la convinzione di poter andare avanti“.

E sulle possibilità di qualificazione: “Dare una percentuale è difficile. Però, ripeto, il Milan non è assolutamente inferiore al Manchester United e se la può giocare a prescindere dai tanti infortunati. A Verona è arrivata una risposta di carattere e di compattezza secondo me decisiva per affrontare il finale di stagione. Il Milan deve avere la consapevolezza di poter passare il turno al di là di tutti i problemi“.

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La stagione del Milan

Massimo Ambrosini, inoltre, ha commentato il campionato dei rossoneri: “La prima parte di stagione è stata segnata da coraggio, volontà, gioco, spensieratezza. Un gioco di qualità che il Milan ha saputo imporre ovunque e con chiunque. Ma metto l’accento sulla partita di Verona perché un allenatore a un certo punto della stagione deve avere risposte, all’interno delle difficoltà, diverse da quelle dei mesi precedenti. Prima vincevano giocando bene a pallone e dominando. A Verona hanno vinto con umiltà e grande spirito. Una vittoria decisiva per indirizzare l’ultima parte di stagione. Vuol dire che Pioli ha costruito un gruppo solido, vero e serio. Certo, dietro premono, ma il Milan c’è“.

E sulla qualificazione in Champions League: “Ci sono cose che dipendono da te, ovvero le prestazioni, e altre che non dipendono da te, ovvero la crescita delle altre squadre. A Verona il Milan ha dimostrato di poter fare affidamento su altre qualità che in un finale di stagione non sono da sottovalutare. Mai perdere lo spirito quando si entra nel momento decisivo dell’anno. Quindi non può non guardare con ottimismo al futuro in ottica Champions. Il piede però deve sempre restare premuto sull’acceleratore perché dietro corrono. Diciamo massima attenzione, ma con ottimismo“.