Tottenham, Mourinho in conferenza: “La squadra sta giocando bene”

L’allenatore del Tottenham José Mourinho ha presentato in conferenza stampa l’andata degli ottavi di Europa League contro la Dinamo Zagabria. Ecco le sue dichiarazioni.

Mourinho Tottenham
José Mourinho, allenatore del Tottenham (credit: Getty Images)

Il Tottenham si prepara per gli ottavi di Europa League. La squadra di Mourinho affronterà domani sera (ore 21:00) la Dinamo Zagabria dopo aver eliminato il Wolfsberger ai sedicesimi. Gli Spurs sono tra i favoriti per la vittoria finale del trofeo, ma l’ostacolo da superare non è dei più agevoli: i croati hanno superato il Krasnodar nel turno precedente (4-2 il risultato complessivo). Il club inglese è reduce dalla brillante vittoria ottenuta in casa contro il Crystal Palace: 4-1 con Kane assoluto protagonista (doppietta e due assist) e Bale sugli scudi (due gol anche per il gallese).
Mourinho ha presentato in conferenza stampa la gara di domani: ecco le sue dichiarazioni di seguito.

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La conferenza stampa di Mourinho prima di Tottenham-Dinamo Zagabria

La squadra è in un buon stato di forma: farai alcuni cambi domani? Ci sono aggiornamenti sugli infortunati come Lo Celso?
“Gio non è ancora pronto, ma non ha a che vedere con il suo grave infortunio precedente, dal quale ha recuperato del tutto. Però, a causa dell’accumulo del lavoro, non ha ancora buone sensazioni: ha dolori alla schiena e ha dovuto fermarsi dal lavoro: non ci sarà. A parte lui, solo Rodon non farà parte della squadra, perché sfortunatamente non è in lista UEFA. Tutti gli altri sono a disposizione e sono in forma. Non giocherà la stessa squadra che ha battuto il Crystal Palace, farò dei cambi, ma la squadra sta lavorando molto bene, tutti si stanno allenando duramente. Tutti spingono per giocare, perciò per me non è importante chi andrà in campo: la nostra squadra sarà forte”.

State lottando su tre fronti: campionato, finale di coppa ed ottavi di Europa League. Ci sono ancora buone possibilità per arrivare al quarto posto in Premier League, ma il calendario è orribile: come gestirai i cambi? Darai priorità a delle competizioni?
“Non avremo una priorità, la partita successiva è sempre quella più importante. Non sto pensando al match con l’Arsenal, sono concentrato per domani. Faremo cambi nello stesso modo in cui li abbiamo fatti tra le partite con Fulham e Crystal Palace. La squadra sta giocando bene, sta vincendo, verrebbe da pensare di non fare cambi, ma noi cambiamo. Lo facciamo perché ci fidiamo dei calciatori, il livello è molto alto perché lavorano bene: meritano di giocare e per me è facile fidarmi di loro. Quindi sì, domani non giocheremo con la stessa formazione che ha giocato con il Palace, ma la squadra sarà forte allo stesso modo. Non avremo priorità: abbiamo due competizioni e una finale. Cercheremo di essere forti allo stesso modo”.

Domani sarete in casa, mentre l’Arsenal gioca in Grecia: ti aspetti un vantaggio domenica sotto il punto di vista della freschezza?
“Beh, il 6 dicembre abbiamo giocato contro l’Arsenal nel nostro stadio. Il 3 dicembre l’Arsenal ha giocato in casa contro il Rapid Vienna mentre noi giocavamo nel ghiaccio a Linz contro il Lask. Siamo tornati a Londra alle 3:00 del mattino: è stato un vantaggio per l’Arsenal?”.

Pensi che la miglior strada per la prossima Champion League sia la Premier o la vittoria dell’Europa League? O pensi di essere messo bene in entrambe le competizioni?
“Non ci penso. Penso solo a vincere domani, vincere domenica, poi il ritorno di Europa League e dopo la partita successiva in Premier. È così che si deve fare, voglio che i giocatori abbiano questa sensazione. Non butteremo via nessuna competizione. Se non avanzeremo in Europa non sarà perché abbiamo rallentato, ma perché i nostri avversari sono migliori di noi. Lo stesso, in Premier League, se non arriveremo fra i primi quattro in classifica sarà perché qualcuno sarà stato più bravo di noi”.

In questi giorni si parla molto del futuro del calcio europeo, con molti top club europei che cercano di avere più potere. Posso chiederti la tua opinione? In più, l’anno prossimo ci sarà una terza competizione europea in cui potrebbe giocare il Tottenham: è uno stimolo affrontare un torneo che infittisce il calendario?
“Io non sono nessuno, sono solo un lavoratore del calcio, un allenatore. Lavoro duro, faccio del mio meglio per i miei giocatori, per il mio club e cerco di stare al di fuori di tutto ciò che è lontano dal mio controllo. Bisogna solo aspettare che le persone importanti prendano le decisioni e noi dobbiamo adattarci. Ciò che non cambia mai, per me, è la natura del calcio che è ‘vincere la prossima partita’. Le competizioni in cui siamo coinvolti sono le competizioni in cui stiamo cercando di far bene. Ciò che sarà deciso sarà deciso, e ovviamente ci sono cose che sono molto difficili da accettare per club e allenatori, ma dobbiamo adattarci”.

Sono passati 20 anni da quando Daniel Levy è diventato presidente del Tottenham. Ovviamente lo hai visto dall’esterno, ma anche da vicino. Vorrei sapere cosa hai fatto tu al Tottenham dentro e fuori dal campo sotto la sua guida.
“Io guardo sempre ai miei superiori con grande rispetto. Per essere rispettoso, non mi sembra giusto commentare gli operati dei miei superiori. L’unica cosa che posso dire è che, essendo qui da un anno e qualche mese, il nostro rapporto lavorativo è buono e cerca di farci stare nelle migliori condizioni e io cerco di dare il meglio di me, chiedendo anche il meglio a chi lavora con me per portare il club al successo. Non mi sembra giusto aggiungere altro, se non evidenziare il mio rispetto”.

Per quanto riguarda Bale, hai bisogno di farlo riposare o vuoi sfruttare il suo buon momento?
“Voglio che il suo buon momento possa proseguire, ma dobbiamo gestirlo. Come ho già detto, la comunicazione con lui è molto buona e penso che lui si fidi di me. Lui si conosce molto bene, ha consapevolezza del suo corpo e stiamo decidendo insieme. Il mio rapporto con Gareth è molto buona, sta giocando bene e ovviamente mi piacerebbe averlo in campo 90 minuti tutte le partite, ma non è possibile”.

La Dinamo è vista come una mina vagante: pensi sarebbe un disastro venire eliminati dalla Dinamo? Pensi ci siano loro giocatori, come ad esempio Petkovic, in grado di giocare per squadre importanti?
“Prima di tutto, grazie per la domanda, perché è la prima domanda sulla Dinamo. Sono qui per una partita di Europa League, ma alla fine sei stato tu il primo a farmi una domanda al riguardo. Penso che a questi livelli non si possa parlare di mine vaganti, una squadra in lotta per i quarti di Europa League è una buona squadra. Sono una buonissima squadra, difendono tanto e bene, sono bravi nelle ripartenze, hanno buone qualità tecniche e fisiche, hanno anche esperienza perché non giocano in Europa per la prima volta. Questo è un grosso passo avanti rispetto alle partite che abbiamo giocato fino ad ora in Europa League. Sarà difficile. Hanno buoni giocatori, possono giocare in Premier League? Penso che i loro agenti sarebbero felici se dicessi di sì e userebbero le mie parole per proporre i loro assistiti, perciò non lo farò”.

Molti parlano della tua filosofia di calcio difensivo, ma ora stai proponendo una rivoluzione dell’evoluzione, ovvero un gioco offensivo spettacolare e hai molti calciatori offensivi. È facile per te scegliere la formazione per queste partite?
“No, non è difficile, perché abbiamo giocato un numero incredibile di partite, già più di 40. Ne avremo ancora, non so, 15/16/20 o di più da giocare prima della fine della stagione e abbiamo bisogno delle rotazioni. In questo momento, in attacco, siamo senza infortuni e abbiamo molte opzioni e non importa chi è in campo, perché sono giocatori di qualità. La squadra sta giocando molto bene in attacco, ma come ho detto la Dinamo difende molto bene: in alcuni momenti giocano con 6 difensori, creano blocchi e difendono con molti giocatori. Appena recuperano la palla vanno velocemente in contropiede con ali veloci e una punta che gioca bene di squadra: sanno quello che fanno, l’allenatore è bravo e i giocatori sono forti”.

Uno delle “persone importanti” che hai citato prima è Andrea Agnelli, presidente della Juventus. La sua squadra è stata eliminata incredibilmente ieri sera dal tuo vecchio club, il Porto. Vorrei chiederti se, con le nuove proposte riguardanti il format della Champions League, sarà mai possibile un’impresa come la tua compiuta con il Porto [Mourinho ha vinto la Champions League con il Porto nel 2004, ndr].
“Non ho niente da dire. L’unica cosa che posso dire è che sento sempre un legame emotivo con il mio passato e il Porto è un periodo importante del mio passato e sono sempre felice quando il mio passato è felice. È stata una serata importante per il Porto e sono molto felice per loro”.

Quanto sarebbe importante raggiungere un trofeo nell’anniversario dei 20 anni di Daniel Levy da presidente? Si vede che avere un forte legame.
“Mi piacerebbe aiutare a raggiungere un trofeo. A volte non penso sia giusto per per un proprietario, per un amministratore delegato o per un dirigente o anche per un presidente giudicare il loro operato in base ai trofei. I trofei, moltissime volte, dipendono anche da altri. Ci sono molti aspetti da vedere nel mondo del lavoro del calcio e questo lavoro è stato svolto in questo club, indipendentemente dai trofei che il club non ha vinto negli anni passati. Il lavoro è indiscutibile, il club è grande sotto molti punti di vista, molto ben organizzato. Lui [Levy] ha svolto un grande lavoro, ma anche da chi lavora con lui. Penso sia ingiusto giudicare solo in base ai trofei, ma i trofei sono “sale e pepe” del calcio e sarebbe bellissimo vincere, per lui, calciatori e tifosi. Vorrei aiutare per farlo accadere. Non sono uno che guarda molto le statistiche, ma in questa stagione arriverà anche la mia partita numero 1000 e, per un carriera in cui sono stato fortunato a vincere così tanto, sarebbe bello anche per lui festeggiare la mia 1000esima gara vincendo un trofeo per il Tottenham. Proveremo, vedremo se sarà possibile”.