I musulmani hanno dato il via nelle scorse ore al Ramadan: un mese di digiuno che terminerà mercoledì 12 maggio. Ogni anno questa tradizione religiosa mette alla prova migliaia di atleti. Anche nel calcio italiano non mancano i giocatori che lo rispettano.
Un mese di digiuno dall’alba al tramonto. Le persone di fede musulmana non potranno né bere né mangiare. Il Ramadan infatti è iniziato e andrà avanti fino a mercoledì 12 maggio. Per i praticanti è il mese sacro del calendario islamico, in cui viene commemorata la prima rivelazione del Corano a Maometto. Quest’anno cadrà nel finale di stagione dei campionati di calcio. Gli atleti che periodicamente vengono messi alla prova da questa tradizione sono però tantissimi, in ogni disciplina. Decidere se osservarlo o meno è complesso. Coloro che accettano di farlo nel tempo hanno imparato a gestire la fame e la sete. Se negli sport individuali è più semplice, in quanto è possibile gestire le sedute di allenamento con orari tali da non compromettere le energie, per gli sport di squadra è piuttosto diverso. Le società devono spesso dunque fare i conti con un notevole cambiamento nelle prestazioni.
Il Ramadan per gli atleti
Da Sadio Mané a Xherdan Shaqiri, fino a Paul Pogba. I campioni di religione musulmana che si ritrovano a celebrare il Ramadan nel nono mese del calendario islamico non sono pochi. Il digiuno infatti costituisce il terzo dei Cinque pilastri dell’Islam e chi non lo rispetta è colpevole di empietà. I più fedeli non intendono dunque mancare a tale obbligo, seppure in alcuni casi – tra cui quelli di maggiore sforzo per gli atleti professionisti – le autorità religiose prevedano alcune esenzioni. La mancata nutrizione e idratazione infatti può creare non pochi problemi al fisico. Il rischio di infortuni può aumentare in maniera notevole. Non si tratta dunque soltanto di un condizionamento delle prestazioni atletiche, bensì anche di una questione di salute.
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È da precisare, ad ogni modo, che non tutti gli atleti professionisti decidano di osservare il Ramadan. Alcuni ad esempio scelgono di fare delle eccezioni in occasione di gare particolarmente impegnative. È quanto accadde al centrocampista Mesut Ozil ai Mondiali. Al contrario qualche anno fa generò grande stupore la decisione di Mohamed Salah di non sospendere il digiuno in occasione della finale di Champions League. In ogni caso i giocatori, soprattutto in questo periodo, sono costantemente sotto osservazione dei preparatori e dei nutrizionisti. I professionisti in tal senso hanno il compito di calibrare nel modo più adatto la loro dieta.
I calciatori di Serie A che osservano il digiuno
I giocatori in Italia che celebrano il Ramadan non sono pochi. La squadra che ne ha il numero maggiore è il Milan. I musulmani rossoneri sono Franck Kessie, Hakan Calhanoglu e Ismael Bennacer. Tutti sono soliti rispettarlo in modo piuttosto rigoroso. Presente anche la Fiorentina con Franck Ribery (convertitosi dopo il matrimonio con Wahiba) e Sofyan Amrabat. Christian Kouame e Kevin Malcuit sono anch’essi di fede islamica ma intendono rispettare il digiuno. Anche nel Bologna ce ne sono tre. Si tratta di Musa Barrow, Ibrahima Mbaye e Musa Juwara. Essi tuttavia dovrebbero concedersi qualche libertà, senza seguire in modo tassativo la tradizione.
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Nelle altre squadre ci sono altri giocatori sparsi che onoreranno, in modo più o meno rigido, il Ramadan. Si tratta di Hakimi dell’Inter, Demiral della Juventus, Ghoulam del Napoli e Colley della Sampdoria. Tra le fila della Roma lo seguirà anche Diawara, ma non nei giorni in cui sono in programma le gare di campionato. Nel Benevento, infine, ad essere di fede islamica è Dabo, ma in quanto non praticante non dovrebbe rispettare il digiuno.