Superlega, la posizione di Boniek: “È la terza guerra mondiale del calcio”

Il terremoto calcistico della Super League ha scatenato le ire di tanti presidenti e l’approvazione dei club che hanno scelto di sposare la causa: su tutti spuntano le parole di Zibi Boniek.

Zibi Boniek
Zibi Boniek (foto credit NurPhoto/Getty Images)

Boniek e l’idea della Super League

Zibi Boniek, in qualità di presidente della federazione calcistica della Polonia, ha parlato ai microfoni di Rete Sport analizzando cosa sta accadendo in queste ore ai vertici del calcio europeo. Da un lato c’è chi come il Manchester si dice soddisfatto, dall’altro altri presidenti come Rummenigge a cui non piace proprio la nuova idea di calcio europeo. “La Super League non è una competizione calcistica aperta a tutti i club – commenta Boniek – ma guarda soltanto ai club ricchi. Tutto questo è assolutamente inaccettabile”.

Il terremoto calcistico non ha lasciato indifferente la maggior parte dei club che hanno preso una posizione in merito all’idea di Super League. “Il calcio è bello perchè possono giocare tutti contro tutti, perché ci sono delle qualificazioni e alla fine vince chi è più bravo. Così si definirebbe una competizione per ricchi – continua – e una competizione non adatta per i più poveri”.

I bilanci tremano

Il calcio europeo è profondamente segnato anche dalla crisi generata dalla pandemia. Proprio per questo, infatti, Boniek però punzecchia i grandi club. “Le società di calcio non riescono più a chiudere in pari i bilanci. Le big europee sono quasi tutte in grave deficit economico e pensano di coprire le perdite con un nuovo, enorme, gettito finanziario che potrebbe arrivare da questa competizione”.

Proprio per questo, infatti, Boniek critica chi spende e spande senza alcun freno. La verità è che hanno gestito male i propri club. Quando compri Ronaldo o Messi sai già che finirai in bianco. Evidentemente l’errore a monte è che i dirigenti di questi grandi club non hanno gestito in maniera virtuosa le proprie finanze. Di certo posso dire  – conclude Boniek – che si tratta di una terza guerra mondiale calcistica“.