“Squadra di fascisti” : la Lazio non ci sta e accusa Amazon

La Lazio tramite un comunicato accusa Amazon per la serie tv su Maradona per la frase che viene pronunciata in una scena “Quei fascisti ci vogliono umiliare”.

Copertina della nuova serie tv (Credit Foto Getty Images)
Copertina della nuova serie tv (Credit Foto Getty Images)L

Nervosismo in casa Lazio contro Amazon. In Particolare Amazon Prime che ha trasmesso le prime due puntate della nuova serie, “Maradona: sogno benedetto”. In una delle puntate c’è una scena che non è stata gradita dai biancocelesti: il discorso motivazionale del capitano del Napoli ai suoi compagni, radunati in cerchio a centrocampo prima della sfida al San Paolo contro la Lazio della stagione 1984-85 che nella serie inizia così: “Oggi questi fascisti ci vogliono umiliare. Ci vogliono vedere in ginocchio, a casa nostra, non glielo permetteremo, lotteremo su ogni pallone…”.

Leggi anche —> Lazio – Salernitana 3-0: cronaca del match e tabellino

La nota della Lazio

La società capitolina non ha lasciato impunito l’episodio e tramite un comunicato fa sapere  che lasciano giudicare al pubblico la qualità della serie “Maradona” di Amazon Prime. Definiscono ridicoli quei pochi secondi che hanno visto, nei quali in modo del tutto arbitrario ed inverosimile si attribuiscono al campione argentino parole che mai avrebbe pronunciato: “Quei fascisti ci vogliono umiliare”. La Lazio dell’epoca non era certo nelle condizioni ideali per fermare una squadra che lottava per lo scudetto. Figuriamoci per umiliarla.

E poi il richiamo al fascismo, tanto più odioso perché evocato con un chiaro intento diffamatorio. “Si è riusciti insomma nello straordinario risultato di insultare una tifoseria e una società, discostandosi dalla realtà ed anche dal pensiero dello stesso Maradona, che ha dimostrato in tante occasioni di essere amico della Lazio: è stato ospite a Formello, ha cantato il nostro inno, ha scambiato le maglie con i nostri giocatori“. La Lazio fa sapere che farà valere presso Amazon Prime e presso gli autori, il regista e gli sceneggiatori i loro diritti, chiedendo che venga tagliata una scena tanto inverosimile quanto penosa, che manca di rispetto ai laziali e alla memoria di un grande campione.

Gestione cookie