Djokovic: “La sconfitta è una opportunità di crescita mentale”

Novak Djokovic, fresco vincitore del masters di Parigi, intervistato dalla Gazzetta dello Sport racconta quale sia il suo punto di forza

Djokovic vincitore del master di Parigi (Credit Foto Getty Images)
Djokovic vincitore del master di Parigi (Credit Foto Getty Images)

Novak Djokovic quest’anno è stato quasi imbattibile, infatti il serbo ha perso solo 6 match. L’ultimo però, la finale persa contro Medvedev a New York, gli è costato il Grande Slam. Ma un campione non è tale per come cade, ma per come si rialza e Novak dopo le sconfitte ne esce sempre più rafforzato e consapevole delle proprie qualità. La sua partecipazione al masters di Parigi è servito per tornare a vincere in vista delle Nitto Atp Finals di Torino.

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Djokovic e la mente

Intervistato da Gazzetta dello Sport, il campione serbo ha parlato della sua solidità mentale e ha spiegato che vive la sconfitta non solo come l’emozione deludente del momento, ma anche come opportunità di crescita mentale e di rafforzamento del carattere per uscire da una situazione difficile da uomo e giocatore migliore di come c’era entrato. Il lavoro sulla mente ha lo stesso valore di quello fisico e tecnico.

E sulle finals di Torino: “Intanto, tornare in una città dove sono stato una volta sola, a 15 anni, a disputare un torneo juniores. Cercherò di godermela, per quanto possibile. Sono contento che si giochi in Italia, dove trovo sempre una grande passione per lo sport e ho un rapporto davvero speciale con i tifosi. Certo, potrei dire che a Londra ho ottenuto grandi successi negli ultimi 11 anni, ma è bello per la promozione del nostro sport che le Finals possano avere una nuova sede e in un paese che ama il tennis“.

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Djokovic ha concluso parlando dell’amico Zlatan Ibrahimovic che a 40 anni fa ancora la differenza in attacco con il Milan: “Mi piace la sua filosofia: più vecchio divento, più giovane mi sento“. Il serbo lo definisce come il simbolo della mentalità balcanica: la forza di non mollare mai e la totale fiducia in se stesso. In questo si riconosce molto in lui: la mentalità del campione che rispetta gli altri ma che entra in campo con la consapevolezza delle sue qualità che gli deriva dall’etica del lavoro.