Fabrizio Corsi, presidente dell’Empoli, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, racconta a modo suo i due allenatori che lui stesso lanciò al comando della squadra toscana
Luciano Spalletti, originario di quelle parti, Certaldo, arrivò all’Empoli nel 1991 chiudendo lì la sua carriera da calciatore e iniziare successivamente quella da allenatore, prima con le giovanili e poi in prima squadra, nel 1998. Alla sua guida i toscani hanno vinto campionato e Coppa Italia in Serie C, poi un anno in Serie B e subito la promozione in A. Anche Maurizio Sarri è toscano e arrivò all’Empoli nel 2012 con la squadra già in Serie B. La stagione non iniziò bene ma riuscì comunque ad accedere ai playoff, poi perso contro il Livorno. Nel 2013 arriva la promozione in Serie A e successivamente una perfetta salvezza. La sua avventura va avanti fino al 2015 quando Sarri passò al Napoli. “Se so qualcosa di calcio, è stato grazie al confronto quotidiano con loro”
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Corsi: “Non meritavano di essere mandati via”
Corsi questa giornata di campionato si godrà i big match che attendono i due suoi ex allenatori: Spalletti, domenica alle 18 farà visita, alla sua ex Inter e Sarri, sabato, ospiterà la sua ex Juventus. Secondo il presidente non si snatureranno: “Non sono i tipi. Li accompagno sempre con il pensiero, sono partecipe delle loro vicende appena mi posso distrarre dalla nostra situazione. Per queste gare però non penso che abbiano tempo per i sentimenti. La loro professione li assorbe totalmente“. Il patron del club toscano non si capacita di come sia possibile che Inter e Juve abbiano deciso di mandarli via: “No, non se lo meritavano. Eppure i risultati li hanno avuti: uno era stato chiamato per riportare l’Inter in Champions e l’ha fatto, l’altro ha vinto lo scudetto…“.
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Fabrizio infine racconta di come ha conosciuto i due allenatori. Di Spalletti rivela che quando hanno vinto a Modena la finale dei playoff contro il Como, il giorno dopo i due sono andati a trovare un loro caro amico non vedente. “È stata un giornata surreale, ci sembrava di stare su una nuvola, abbiamo parlato di tutto ed eravamo sereni. Ora quel nostro amico non c’è più, ma penso che da lassù stia vegliando su di noi“. E su Sarri: “Prendevamo troppi gol, eravamo ultimi. Ma lui ha azzeccato la mossa vincente facendo giocare Hysaj e mettendo Saponara trequartista. E poi anche in A partì male…”