Calcio: arrestati per bancarotta proprietari Palermo

La Guardia di Finanza ha messo le manette ai polsi di Salvatore e Walter Tuttolomondo. I due, attraverso la società Arkus Network, hanno gestito il Palermo calcio nella primavera del 2019. L’accusa per loro è di bancarotta fraudolenta.

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Walter e Salvatore Tuttolomondo ai tempi in cui gestivano il Palermo calcio – meteoweek.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Finisce nel peggiore dei modi la storia di Walter e Salvatore Tuttolomondo. I due fratelli imprenditori, entrambi nativi della Capitale ed esperti nel settore del turismo e dei viaggi intercontinentali, sono finiti in manette nelle prime ore del mattino odierno. L’accusa nei loro confronti è di bancarotta fraudolenta ed è legata al periodo in cui i due erano a capo del Palermo calcio. Il periodo durante il quale viene imputato loro questo reato è quello relativo alla primavera del 2019, ovvero quando il club palermitano è finito tra le loro mani.

Ricordiamo che i fratelli Tuttolomondo hanno prelevato il Palermo calcio dalle mani dell’allora presidente Rino Foschi e dalla ragioniera del club, Daniela De Angeli. Attraverso la società Arkus Network, società creata ad hoc e capace di inglobare attività del settore turistico in difficoltà economiche o dal basso valore commerciale, avvenne il passaggio di proprietà in favore dei fratelli Tuttolomondo, che così riuscirono nella loro scalata nel mondo del calcio. Ma le cose andarono in maniera pessima con il passare dei mesi, a causa della mancanza di liquidità che divenne acclarata nel momento più caldo.

Il Palermo, infatti, era reduce dal periodo in cui era finito nelle mani di sedicenti imprenditori inglesi, con a capo il presidente Clive Richardson, il quale riuscì a ingannare l’allora proprietario Maurizio Zamparini con un’offerta poi rivelatasi inesistente e un piano finanziario ridicolo. Subentrò in quel caso lo stesso Foschi, che da direttore sportivo si incaricò di prelevare in maniera forzata le quote dai presunti investitori britannici, in attesa di vendere al miglior offerente. In quel caso, il miglior offerente fu proprio Arkus Network, attraverso un piano ritenuto sufficiente a far quantomeno mantenere il piano originario sul campo, ovvero la promozione in Serie A e la gestione dei guadagni da essa provenienti, prima di valutare un’eventuale nuova cessione a un miglior offerente.

Salvatore Tuttolomondo insieme a Rino Foschi e Fabrizio Lucchesi – meteoweek.com

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Il Palermo, dopo aver concluso il campionato cadetto, non fu qualificato ai playoff per una serie di irregolarità amministrative che portarono a una penalizzazione in classifica. Dopodichè, l’inizio dell’estate rappresentò il dramma sportivo per il calcio palermitano. I Tuttolomondo non riuscirono a versare la fidejussione necessaria per l’iscrizione al campionato di serie B 2019/2020, bombardando i media e i tifosi con una serie di comunicati in cui facevano capire, in soldoni, di essere stati ingannati dal Governo del calcio. Al loro fianco c’erano personaggi a dir poco discutibili, come l’allora direttore generale Fabrizio Lucchesi. Ma la Figc ci vide giusto e decise di tenere fuori personaggi di questo calibro dal calcio nazionale, non appena fu scoperto l’inganno.

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Le accuse nei confronti di Walter e Salvatore Tuttolomondo sono di bancarotta fraudolenta, indebita compensazione di imposte con crediti inesistenti, autoriciclaggio, falso e ostacolo alle funzioni di vigilanza della Co.Vi.Soc. Ai due fratelli viene mossa anche l’accusa di aver effettuato false comunicazioni alla stessa Commissione di Vigilanza, in merito al pagamento degli emolumenti a calciatori e staff. Da qui anche il reato di autoriciclaggio, in quanto avrebbero sottratto denaro dalle casse del Palermo calcio, per effettuare un pagamento in favore di una propria società non operativa. Ne consegue, nell’ambito di questa inchiesta, un sequestro di circa un milione e mezzo di euro.