L’ex arbitro Gianluca Rocchi ha parlato dell’utilizzo del VAR in Serie A. Cenno particolare alle polemiche di Roma-Sassuolo, in cui il direttore di gara Fabio Maresca ha commesso un errore a sfavore dei giallorossi.
Il VAR è in vigore in Italia dalla stagione 2017/18, ma le polemiche su di esso non si sono ancora placate. Sbagli, mancati interventi e scelte discutibili sono ormai all’ordine del giorno. Nonostante il video-assistant abbia infatti ridotto i margini di errore, infatti, ha creato nuovi problemi. L’ultimo episodio è quello relativo a Roma-Sassuolo, gara valida per la decima giornata di Serie A.
Il direttore di gara Fabio Maresca ha prima espulso il giallorosso Pedro per doppia ammonizione. Sul secondo giallo nulla da ribattere, mentre sul primo non poche discussioni. Poi ha annullato un gol per un fallo alla squadra di Paulo Fonseca, scatenando le sue ire e mostrandogli il rosso. Per tutta la gara ha successivamente dispensato cartellini. Negando, piuttosto, un rosso a Obiang per un brutto fallo su Pellegrini. Ma non è tutto. A far discutere maggiormente è stato infatti il fatto che il direttore di gara non ha neanche sanzionato un evidente fallo di mano in area ad opera di Ayhan, togliendo ai padroni di casa un rigore sacrosanto.
Rocchi su Roma-Sassuolo
Gianluca Rocchi, ex arbitro, in un’intervista rilasciata a Radio Rai, ha detto la sua in merito alle controversie. Si è schierato, nel dettaglio, dalla parte del collega Fabio Maresca. “Nella partita di Roma, al di là di un episodio, sono state prese molte decisioni corrette. Il problema è che quando una decisione non viene presa correttamente al 100% ci si focalizza solo su quella”, ha sottolineato. “La giornata è stata positiva, molte decisioni corrette e gli arbitri hanno fatto bene. Certo, c’è un episodio errato: ma come vale per un calciatore che può sbagliare un gol, anche l’arbitro può sbagliare. E non è che diventa un brocco, ma ha sbagliato una decisione. Poi il compito è quello di provare a non sbagliare più e capire perché l’ha sbagliata“.
Il Consulente delle relazioni istituzionali della Can in materia di Var, inoltre, ha parlato dell’atteggiamento del tecnico della Roma, che ieri ha lasciato il campo infuriato a causa delle decisioni arbitrali. “Fonseca l’ho già incontrato, è una persona disponibilissima. Secondo me nel primo tempo ha protestato per decisioni che probabilmente erano meno sbagliate di quel che pensava. Affrontare l’arbitro in quella maniera lì può portare a conseguenze come poi le ha portate“, questa la condanna di Gianluca Rocchi nei confronti del mister giallorosso. “Io capisco benissimo la reazione di un allenatore a caldo, ma dall’altra parte devono sapere che trovano un professionista che è l’arbitro che è sotto stress e ci può stare una reazione come quella di Maresca di ieri. Si è sentito invadere il proprio spazio e ha reagito con un cartellino rosso, che era condivisibile. Ma la stessa considerazione potrei girarla anche all’arbitro, perché di fronte c’è un professionista sotto stress“.
I miglioramenti al VAR
Il VAR deve ancora compiere dei passi importanti per migliorarsi ed evitare le continue polemiche a cui è soggetto. Gianluca Rocchi ne è consapevole. “Se si pensa che il VAR debba portare a zero errori – dice – allora è un fallimento. Se invece si pensa che debba ridurre drasticamente gli errori, allora è un successo straordinario. Abbiamo una percentuale di decisioni corrette che è altissima“.
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Per questa ragione l’ex arbitro non rigetta soluzioni come la possibilità di indire conferenze stampa arbitrali. “Potrebbe essere una idea, perché no. Il problema è sempre lo stesso perché questo fatto deve essere fatto per chiarire alcuni episodi, non per alimentare ulteriori polemiche. Se andare in sala stampa significa rilasciare una dichiarazione e spiegare le decisioni va bene, se deve andare solo per dire se abbia o meno commesso un errore no“. E, invece, sul VAR a chiamata: “Potrebbe essere una soluzione, deresponsabilizzerebbe il VAR in alcune situazioni visto che spesso prende decisioni molto solitarie. In alcuni momenti può trovarsi in difficoltà nel capire se è stato commesso un chiaro ed evidente errore, se questa responsabilità fosse trasferita a un team, a una società, la situazione sarebbe più facilitata“.