L’ex difensore di Atalanta, Cagliari, Forlì e Piacenza si è spento il 13 dicembre. Amedeo Baldizzone viveva già da diversi anni con la sua compagna Wilma a Barcellona.
Il 2020 è sicuramente un anno nero: non solo per la pandemia di Coronavirus che ha limitato la libertà di milioni di persone in tutto il mondo, ma anche e soprattutto per il mondo del calcio. Amedeo Baldizzone ci ha lasciati il 13 dicembre 2020, a soli 60 anni, stroncato da un male incurabile. Il difensore, nato a Genova nel 1960, aveva iniziato la sua carriera professionistica nel 1979 con l’Atalanta. Dopo aver trascorso il campionato 1980/81 con il Forlì, era tornato a Bergamo fino al 1981, per poi essere venduto al Cagliari. Baldizzone trascorrerà due stagioni in Sardegna e poi giocherà il campionato 1983/84 a Piacenza.
Dopo soli 5 anni dal suo debutto professionale, Baldizzone dovette ritirarsi per un problema cardiaco che gli impediva di continuare a giocare a livello agonistico. Ad inizio anni Duemila si trasferì nella bergamasca, dove tutti lo chiamano “il Baldo“, e cominciò a fare l’allenatore per realtà come il Casazza e lo Zingonia. Quando trovò l’amore della sua vita, Wilma, decise un repentino cambiamento di vita. L’ex difensore si trasferì a Barcellona ed aprì una pizzeria.
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Il Baldo spiegò il suo cambio di vita durante la presentazione del libro “Carriere spezzate. Quando l’imprevisto interrompe il sogno” di Francesco Ceniti. Il 2 novembre 2017 al Cineteatro San Luigi di Cernusco Lombardone raccontò ai presenti: “Nove anni fa, quando ci siamo trasferiti (lui e Wilma, ndr), ho lasciato a metà la stagione da allenatore dell’Albinoleffe per cui mi ero impegnato. E nel momento in cui sono salito in macchina, ho preso l’autostrada e ho passato il confine, il calcio è uscito dalla mia vita. È uscito dalla mia vita perchè è iniziata una nuova fase, dedicata all’attività (la pizzeria, ndr)“.
Il Baldo poi però racconta di vedere ancora le partite di calcio in televisione: “Mi è rimasta la passione per il mio povero Grifone rossoblu, ma seguo anche il Barcellona. Putroppo con l’attività non riesco a seguire gli incontri in diretta. Però ogni tanto sono anche andato allo stadio a vedere il Barça: ho visto tutte le partite, dalle gare de La Liga a quelle di Champions. Devo dire che mi mancherebbe da vedere solo il clasico. Ho notato che anche il più piccolo stadio italiano, anche il più piccolo, è totalmente diverso da quelli spagnoli. Quello che succede qui da noi, anche nella Serie C, non lo vedi in Spagna: da noi c’è un clima più caldo, i tifosi ti amano e non ti dimenticano“.