Marco Belinelli, di ritorno alla Virtus Segafredo Bologna, sottolinea l’importanza della città per il movimento italiano. “Gli obiettivi sono tanti e faremo di tutto per cercare di centrarli”, ha detto.
Marco Belinelli è appena tornato in Italia ma ha già fatto in tempo a portare a casa un premio. Il nuovo giocatore della Virtus Segafredo Bologna è stato infatti incoronato come “Leggenda” dello sport italiano. Il premio gli è stato consegnato durante la cerimonia dei Gazzetta Awards, che si sono tenuti ieri sera. Purtroppo la pandemia di Covid ha costretto la redazione del quotidiano milanese a far svolgere il tutto con i protagonisti da remoto. Ma la grande emozione per il giocatore della Nazionale era legata soprattutto all’uomo che lo ha introdotto.
Il premio per Marco Belinelli, infatti, è stato annunciato da un altro grande della pallacanestro italiana, Dan Peterson. E l’ex giocatore – tra le altre – di San Antonio Spurs, Chicago Bulls e Golden State Warriors ha fatto trapelare tutta l’emozione per l’introduzione fatta dallo storico coach. “Ogni volta che sento la sua voce mi mette i brividi – ha detto Marco – . Gli posso solo dire grazie, per me è un grande, spende sempre belle parole sul mio conto“. Una stima reciproca, considerando tutto il bene che Dan dice di Marco.
Ma si arriva a tematiche più vicine ai giorni nostri, in particolare gli ultimi del 2020 e i primi del nuovo anno. Proprio in questo periodo dovrebbe arrivare il tanto atteso secondo debutto di Marco Belinelli con la canotta della Virtus Bologna. Un momento che il giocatore di San Giovanni Persiceto attendeva con ansia: “Sono tornato a casa. Sono felice – ha detto il vincitore dell’anello 2014 – perché ho trovato un progetto solido, tanta voglia di far bene. Gli obiettivi sono tanti e faremo di tutto per cercare di centrarli. La Virtus per me rappresenta tanto“.
Per Belinelli, quello alla Virtus Bologna non è solo un ritorno nella squadra che lo ha lanciato, ma anche e soprattutto un ritorno a casa. E durante l’intervista realizzata da remoto, Marco ha parlato proprio degli anni in cui è cresciuto a pane e palla a spicchi: “Giocavo a San Giovanni in Persiceto poi sono arrivato alle V-Nere e lì sono cresciuto. Era una squadra pazzesca, con Ginobili e tanti altri fenomeni, allenata da Ettore Messina. Poi il passaggio alla Fortitudo, anni importanti, con uno scudetto vinto e una finale di Eurolega. Infine, i 13 anni in Nba. E ora di nuovo a casa“.
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Visto il suo trascorso alla Fortitudo, il Beli è consapevole del clima che si respirerà al suo primo derby da avversario: “Gli sfottò me li aspetto, fanno parte del gioco. Sarà davvero speciale tornare a giocarlo dopo 13 anni, un’emozione unica. Bologna è sempre Basket City“. E poi c’è ancora una volta il tributo a Milos Teodosic, giocatore che Marco ha trovato nello spogliatoio della Virtus al suo arrivo. “Teo è fortissimo ma in assoluto la Virtus è una grande squadra, una società importante”, ha detto il campione della Nazionale italiana.