Il primo tentativo è fallito, ma i club fondatori della Superlega potrebbero riprovarci e quindi la Serie A corre ai ripari con un norma ad hoc.
Il flop della settimana scorsa rimarrà scolpito nella memoria, ma potrebbe non essere l’ultimo atto della Superlega. Florentino Perez continua a spingere per il campionato d’elite, spera che in futuro l’idea possa essere riproposta cercando di far rientrare tutti coloro che al momento si sono allontanati, inglesi in primis, ma anche Barcellona, Inter e Atletico Madrid hanno voltato le spalle al progetto. Così i campionati nazionali iniziano a pensare al futuro e la Serie A ha già deciso come proteggersi.
Il Consiglio Federale delle FIGC di oggi ha approvato una nuova norma, molta chiara e rivolta direttamente a Juventus, Milan e Inter, unici tre club italiani ad avere detto sì alla Superlega: “Ai fini della iscrizione al campionato la società si impegna a non partecipare a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute dalla FIFA, dalla Uefa e dalla FIGC”, questo il testo. Insomma se vuoi giocare nella massima serie devi aderire ai progetti delle Federazioni Internazionali e Nazionali, altrimenti niente campionato e di riflesso niente Champions od Europa League.
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E non è un provvedimento da poco visto che proprio le tre “scissioniste” appena partito il progetto della Superlega avevano subito dichiarato di voler partecipare anche alla Serie A, ovviamente con i soldi derivanti dalla nuova competizione in tasca. Non sarà così quindi in futuro, proprio come da indicazioni della UEFA, o sei dentro o sei fuori, non si può stare con i piedi in più scarpe.
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Il presidente FIGC Gravina ha poi parlato dei problemi economici del calcio. Le società indebitate sono tante, praticamente tutte anche ai massimi livelli, così arriva la proposta del numero uno del calcio italiano: “Ho chiesto che per la stagione 2021-2022 le società non superino con le spese l’80% dei ricavi. Chi vorrà spendere di più dovrà mettere una garanzia fidejussoria. Così eviteremo alternative fantasiose che possano turbare gli equilibri”. Un provvedimento teso a non creare ancora più debito che arriva il giorno dopo le allarmanti parole di Beppe Marotta che aveva definito il momento del calcio “tragico”.
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