La carriera di Alex Schwazer è stata travolta dallo scandalo relativo al doping, del quale torna a parlare molti anni dopo in modo crudo e rivelando dei nuovi retroscena.
Sono stati anni davvero importati quelli vissuti da Alex Schwazer in campo sportivo, conquistando l’oro olimpico a Pechino 2008 nella marcia e vedendo così la sua carriera decollare. Un momento davvero importante per lo sportivo che, nel frattempo, stava condividendo la sua immensa felicità con la compagna Carlina Kostner… il tutto fin quando il marciatore non è stato travolto dallo scandalo l’anno dopo la conquista della medaglia.
Anni dopo la scoperta del doping, Schwazer ha deciso di rompere il silenzio e raccontare alcuni clamorosi retroscena che riguardano la sua passata dipendenza.
Alex Schwazer, la verità dietro il doping
Il marciatore ha deciso di raccontare in toto la sua vita nel libro dal nome I demoni del doping, qui dove Schwazer si è lasciato andare a racconti dettagliati degli anni in cui il doping aveva travolto in toto anche la sua carriera.
Anni davvero difficili da vivere per Alex Schwazer che nel 2008 si è avvicinato alla realizzazione di un sogno, per il quale ha visto solo un breve inizio dato che in contemporanea per lui è cominciato anche l’incubo del doping.
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La bugia raccontata a Carolina Kostner
Il libro di Alex Schwarz, dunque, racchiude la verità dell’atleta, anche la più cruda e difficile da accettare per i tifosi che hanno avuto modo di seguire le sue imprese e in seguito anche la sua storia.
Nel libro in questione, inoltre, è possibile leggere anche la seguente confessione fatta dal Schwarz e che riguarda anche la sua ex compagna, nonché la pattinatrice Carolina Kostner: “Ero un tossico, andavo in Turchia per doparmi. Innsbruck-Vienna, Vienna-Antalya. A Carolina Kostner e ai miei genitori ho detto che sarei andato a Roma, alla Fidal. Ho tenuto il cellulare acceso anche di notte, per evitare che partisse il messaggio della compagnia telefonica turca. Ragionavo già da tossico. O meglio, sragionavo. Ed ero pronto a mentire, perché doparsi vuol dire anche mentire”.