Alex Schwazer è stato uno degli ospiti della seconda serata del Festival di Sanremo. L’atleta ha raccontato il suo calvario, giunto recentemente al termine con l’archiviazione del caso per doping. Adesso, tuttavia, attende la giustizia sportiva per tornare a gareggiare.
Il calvario di Alex Schwazer è giunto al termine dopo più di quattro anni. Qualche settimana dopo che il tribunale di Bolzano ha disposto l’archiviazione del caso relativo al presunto utilizzo di sostanze dopanti da parte dell’atleta. Il marciatore, in particolare, in base al decreto del giudice sarebbe stato incastrato dall’Agenzia mondiale anti-doping (Wada) e dalla Federazione Internazionale di Atletica leggera (Iaaf). Una gioia immensa per il campione olimpico della 50 km a Pechino 2008, cha adesso sogna di tornare a dare mostra delle sue qualità in gara. Per farlo, tuttavia, dovrà attendere il via libera della giustizia sportiva. A quest’ultima spetta il compito infatti di annullare la squalifica.
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Alex Schwazer si racconta
Alex Schwazer è stato ospite della seconda serata della 71° edizione del Festival di Sanremo. L’atleta azzurro, scelto dal direttore artistico Amadeus proprio per il recente risvolto nelle vicende giudiziarie, ha raccontato l’incubo vissuto negli scorsi anni. “Un campione di urine che mi era stato prelevato è risultato positivo ai test. Il doping in Italia è reato penale, quindi sono finito in tribunale per difendermi da questa accusa. Io volevo dimostrare la mia innocenza. Dopo tanti anni, quattro e mezzo, ho trovato un giudice molto coraggioso che si è impegnato per andare fino in fondo, anziché chiudere tutto in fretta e furia. Abbiamo voluto vederci chiaro, e nella mia sfortuna questa è stata la mia fortuna“. E aggiunge: “Mia moglie mi ha aiutato tantissimo. Insieme abbiamo una famiglia bellissima, con una bambina che farà quattro anni e un bimbo che ha 5 mesi. Lei ha dato il giusto peso alle cose nella mia vita. La vicenda che mi ha coinvolto è stata molto pesante, ho vissuto tanti momenti difficili e ho avuto tanta amarezza in corpo. Sapevo di avere una famiglia, che è più importante di tutto questo, e mi ha dato tanta forza“.
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Adesso, tuttavia, per tornare a gareggiare dovrà attendere un altro via libera: “Per quanto riguarda la giustizia sportiva stato giudicato a Rio quattro anni e mezzo fa. Voglio ricevere una nuova sentenza che abbia i nuovi fatti alla mano. Ho perso le Olimpiadi e tante altre gare, non voglio perderne altre. Mi aspetto di essere giudicato davanti a un collegio della giustizia sportiva“. L’obiettivo è volare a Tokyo a luglio: “Nessuno mi restituirà il maltolto. Non si può tornare indietro. Quel che si può fare è rimediare e non perdere altre gare senza avere colpe. Questo lo voglio fare e lo farò. Se la mia bimba mi vedrà alle Olimpiadi? Sicuramente mi vedrà in gara per qualificarmi, come devo fare. Poi mi vedrà alle Olimpiadi. Ho tante determinazione a chiudere questo cerchio. Ho vinto in tribunale, ma io sono uno sportivo e voglio vincere sul campo da gara“. Alex Schwazer, d’altronde, quella medaglia l’ha già vinta: “L’immagine è ancora viva, vincere le Olimpiadi per un atleta è un sogno. Quando, dopo tanta fatica e tanto sudore, ci riesci a raggiungere questo traguardo, è una cosa che ti rimane sempre dentro. L’immagine è ancora viva come lo era 10 anni fa“.