Prandelli, addio alla Fiorentina e al calcio: “Questo mondo non fa più per me”

Cesare Prandelli ha rassegnato le dimissioni. L’ormai ex allenatore della Fiorentina, in una lunga e commovente lettera, ha spiegato le ragioni che lo hanno portato a tale scelta. L’ombra dell’addio al calcio nelle sue parole.

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Cesare Prandelli non è più il tecnico della Fiorentina (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

La sconfitta contro il Milan, il malore al triplice fischio e infine le dimissioni. Questi gli ultimi istanti di Cesare Prandelli da allenatore della Fiorentina. Un uomo che ha manifestato a lungo amore eterno verso la piazza toscana, ma che non riesce più a sentirsi a suo agio in questo ambiente. A raccontarlo è stato il tecnico originario di Orzinovi stesso. L’ex c.t. della Nazionale italiana, infatti, ha scritto una lunga e commovente lettera. Da essa non traspare soltanto un addio alla Viola, bensì al calcio nella sua interezza.

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La lettera di Prandelli

Di seguito la lettera redatta da Cesare Prandelli a seguito delle dimissioni e pubblicata sui canali ufficiali della Viola.

È la seconda volta che lascio la Fiorentina. La prima per volere di altri, oggi per una mia decisione. Nella vita di ciascuno, oltre che alle cose belle, si accumulano scorie, veleni che talvolta ti presentano il conto tutto assieme.

In questo momento della mia vita mi trovo in un assurdo disagio che non mi permette di essere ciò che sono. Ho intrapreso questa nuova esperienza con gioia e amore, trascinato anche dall’entusiasmo della nuova proprietà. Ed è probabilmente il troppo amore per la città, per il ricordo dei bei momenti di sport che ci ho vissuto che sono stato cieco davanti ai primi segnali che qualcosa non andava, qualcosa non era esattamente al suo posto dentro di me.

La mia decisione è dettata dalla responsabilità enorme che prima di tutto ho per i calciatori e per la società, ma non ultimo per il rispetto che devo ai tifosi della Fiorentina.

Chi va in campo a questo livello, ha senza dubbio un talento specifico, chi ha talento è sensibile e mai vorrei che il mio disagio fosse percepito e condizionasse le prestazioni della squadra. 

In questi mesi è cresciuta dentro di me un’ombra che ha cambiato anche il mio modo di vedere le cose. Sono venuto qui per dare il 100%, ma appena ho avuto la sensazione che questo non fosse più possibile, per il bene di tutti ho deciso questo mio passo indietro.

Ringrazio Rocco Commisso e tutta la sua meravigliosa famiglia, Joe Barone e Daniele Pradè, sempre vicini a me e alla squadra, ma soprattutto ringrazio Firenze che so che sarà capace di capire.

Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne. Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più. Sicuramente sarò cambiato io e il mondo va più veloce di quanto pensassi. Per questo – ha concluso il tecnico – credo che adesso sia arrivato il momento di non farmi più trascinare da questa velocità e di fermarmi per ritrovare chi veramente sono“.