Mancano soltanto 100 giorni all’inizio dei Giochi Olimpici di Tokyo. Gli atleti, nonostante le difficoltà causate dal Covid-19, si stanno preparando al meglio. L’Italia punta in alto e a parlarne è stato Carlo Mornati, segretario generale del CONI.
Le misure di restrizione da rispettare per evitare la diffusione del Covid-19 saranno ferree, ma i Giochi Olimpici di Tokyo andranno regolarmente in scena. Il rinvio dell’evento, che si sarebbe dovuto svolgere un anno fa, è ormai soltanto un ricordo e adesso si contano i giorni per la cerimonia di apertura. Ad oggi ne mancano soltanto cento. Sugli spalti non saranno presenti tifosi stranieri, ma la speranza è che le competizioni possano essere un importante punto di ripartenza per il mondo dello sport e non solo. Gli atleti, da parte loro, sono a lavoro per prepararsi al meglio nelle rispettive discipline. L’Italia punta a togliersi grandi soddisfazioni. A parlarne è stato Carlo Mornati, Segretario Generale e Responsabile della Preparazione Olimpica del CONI.
Carlo Mornati, in una lunga ed interessante intervista rilasciata al Corriere dello Sport, ha parlato dei Giochi Olimpici in programma a luglio in Giappone. “L’avvicinamento all’evento degli azzurri procede bene, nel rispetto delle previsioni. Al momento abbiamo 218 qualificati, di cui 112 uomini e 106 donne. Puntiamo a portarne dai 330 ai 350 per 36 discipline. A Rio 2016 eravamo 314. Purtroppo le qualificazioni a causa del Coronavirus sono ancora in corso“. Le Federazioni stanno facendo il massimo per dare una mano a coloro che ancora sono a caccia del pass. Anche il CONI sta tentando di favorire il lavoro: “Abbiamo tenuto aperti i tre centri di preparazione olimpica e ci siamo mossi con il Cio per avere condizioni di maggiore sicurezza. Sono state rimodulate le gare, spostando quelle in zone a rischio“.
Ad essersi qualificata soltanto qualche giorno fa è stata Federica Pellegrini. La nuotatrice è alla quinta Olimpiadi in carriera. “Il suo traguardo è emblematico. Per tutta una generazione di giovani atleti lo spostamento di un anno è stato un vantaggio. Hanno avuto la possibilità di migliorarsi. Non voglio fare nomi ma sono casi evidenti. Loro avranno una doppia occasione, perché nel 2024 ci saranno nuovamente i Giochi. Per altri come Federica invece è stata una corsa contro il tempo. Un altro caso di questo genere è rappresentato da Simone Venier, che ha 36 anni“. È necessario attendere ancora invece per comprendere le sorti di Alex Schwazer: “Le istituzioni sono impegnate in tal senso. Sul piano umano gli auguro di coronare il suo sogno“.
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L’Italia in virtù degli atleti che voleranno a Tokyo può sognare in grande: “La proiezione secca – ha sottolineato il Segretario Generale e Responsabile della Preparazione Olimpica del CONI – è di 38 medaglie. Un numero pari al bottino degli ultimi mondiali nelle varie discipline. Saremmo alle spalle delle solite potenze. Per essere più realisti alla nostra portata ci sono 30 medaglie. A Rio 2016 ne abbiamo conquistate 28. Migliorarci è il nostro obiettivo“. Il futuro tuttavia preoccupa gli esponenti del mondo dello sport. La pandemia, infatti, ha causato il forfait di 4 milioni e mezzo di giovani atleti. Un danno inestimabile. Il rischio di perdere generazioni future è elevato. “Non possiamo perdere più tempo. Lo sport deve entrare con forza nella scuola ed essere parte del processo formativo dei più piccoli“.
Carlo Mornati, inoltre, si è espresso in merito alla questione sicurezza. Gran parte degli atleti che puntano ai Giochi Olimpici di Tokyo sono già stati vaccinati in quanto appartenenti alle forze armate. Presto toccherà ai rimanenti. “Si è capito che la soluzione è il vaccino, ma con i protocolli noi siamo stati bravi. In Italia non ci sono stati casi di cluster da quando gli atleti hanno ripreso ad allenarsi e a gareggiare. C’è preoccupazione ma fino ad un certo punto. Dal punto di vista logistico siamo tranquilli“.
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E sul paese ospitante: “In Giappone si stanno organizzando per una serie di bolle. Il fatto che i Giochi siano ospitati da un Paese rinomato per il grande rigore è confortante. È certamente un vantaggio“. La popolazione nipponica tuttavia nei giorni scorsi non ha nascosto il dissenso nei confronti dell’organizzazione delle Olimpiadi. Un sondaggio rivela infatti che il 72% vorrebbe la cancellazione dell’evento. Non sembrerebbero però destinati ad essere accontentati.
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