L’attaccante del Genoa Eldor Shomurodov parla del presente e anche del futuro, poi fa chiarezza sul suo soprannome.
Il gol con lo Spezia per riprendere una marcia che ultimamente aveva rallentato. La stagione di Eldor Shomurodov, la prima al Genoa, è stata altalenante con qualche scatto poderoso e alcuni momenti meno brillanti. Gli alibi ci sono tutti, arrivato dal calcio uzbeko, la sua vita è cambiata nel giro di pochi mesi e si è dovuto confrontare con un campionato di alto livello per la prima volta in carriera. Lo ha fatto con abnegazione e tanta voglia, arrivando fino ad essere accostato alla Juventus a gennaio: “solo rumors, nulla di più, io sono focalizzato solo sul Genoa” questo il commento dell’interessato.
Genoa, l’intervista a Shomurodov
Shomurodov ha parlato a Tuttosport e dopo il brevissimo passaggio sull’interessamento bianconero ha voluto subito chiarire una cosa: “in patria mi chiamano Messi uzbeko, ma questo soprannome non mi piace anche perché basta guardarci in campo per capire che siamo completamente diversi”. Niente paragoni con il fenomeno blaugrana, per ora Eldor pensa a crescere sotto l’ala di Ballardini: “da quando è arrivato a Genoa il mister ho imparato molto sul calcio italiano, soprattutto a livello tattico, mi chiede spesso se mi piace fare gol”. E proprio di gol ha bisogno il Grifone in questo finale di campionato, già domani contro la Lazio magari per chiudere definitivamente il discorso salvezza. Ballardini potrebbe chiederli a Shomurodov in vantaggio su Pjaca per una maglia da titolare all’Olimpico.
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L’intervista prosegue poi con i modelli da seguire: “Da piccolo mi ispiravo a Drogba e Fernando Torres, adesso cerco solo di focalizzarmi su me stesso. Penso che al momento il più forte attaccante sia Cristiano Ronaldo, a Torino avrei voluto chiedergli la maglia, ma la volevano tutti e così l’ho chiesta a Morata”, e i sogni nel cassetto: “il più grande è quello di partecipare ai Mondiali con l’Uzbekistan e cercare di segnare un gol, prima però devo dare tutto per crescere nel Genoa”.